Giordano Bruno nasce a Nola nel 1548. A 18 anni entra nell'ordine dei domenicani. Si sposta nelle principali città europee. Le sue concezioni di materia e infinità dell'universo fanno capire la sua ideologia. Rimane in carcere per sette anni e subisce due processi. La morte nel 1600 per volere dell'Inquisizione ne istituisce l'immagine di martire, celebrato negli anni successivi per il suo valore. Giordano Bruno si forma soprattutto in convento; era legato a Erasmo da Rotterdam. Era affascinato dalla figura di Cristo ma in seguito lo prese come esempio negativo. Si contrappone a Cristo che considera come cattivo mago, a differenza di se, considerato buon mago. Alla morte Cristo si lamentava, Bruno "bestemmiava" contro Cristo. Fu un grande autore di opere teatrali e la sua vita era quasi un'opera teatrale. Anche alla morte mise in piedi una rappresentazione e trasformò se stesso in accusatore e i giudici in accusati.
Egli afferma che l'universo è uno spazio infinito, costituito da infiniti mondi, infatti Dio è il principio primo da cui non può discendere che un effetto infinito, Sostiene anche che Dio è immanente nella natura in quanto costituisce l'anima del cosmo che informa e plasma la materia e come tale è conoscibile dall'uomo. Esalta anche la tecnica e lo spirito d'iniziativa dell'uomo, infatti per lui l'uomo è superiore agli animali perché possiede l'intelletto e le mani, ossia gli strumenti con cui manipola e conosce le cose del mondo in vista del progresso tecnico e scientifico. Giordano Bruno indica la natura come il vertice della conoscenza, infatti essa è oggetto dell'ardore conoscitivo dell'uomo (eroico furore), il quale riesce a sottrarsi ai desideri bassi e volgari e scopre di essere egli stesso natura (il mito di Atteone).
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